Scenario e
Nuova vision

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LO SCENARIO

Il servizio di Assistenza Educativa Scolastica si realizza in contesti in continua evoluzione e trasformazione. Negli anni si è osservato un aumento sensibile del numero di minori destinatari del Servizio. Questo implica l’aumento della spesa sociale, oppure la ridistribuzione delle risorse che riduce il numero di ore assegnate a ciascun utente. I bisogni di sostegno di ogni minore sono eterogenei e complessi: si rende necessario un personale sempre più qualificato e specializzato, competente per le diverse funzioni.

A fronte dell’aumento del fabbisogno di personale, si registra negli ultimi anni una riduzione importante dei profili necessari nel mercato del lavoro. Questo impiego può risultare meno attrattivo rispetto ad altre professioni educative, in particolare perché lo svolgimento dell’orario di lavoro è vincolato alla presenza dell’alunno assegnato.

Il convegno intende favorire un confronto tra i diversi soggetti che concorrono al progetto di vita del minore con disabilità su come ripensare la figura dell’Assistente Educatore Scolastico e l’organizzazione del Servizio, in funzione della complessità dello scenario sopra descritto.

LA NUOVA VISION 

Affinché sia efficace, il cambio del paradigma dell’AES deve essere accompagnato da una nuova visione inclusiva della scuola, che cura la relazione tra disabilità e il resto della classe, attraverso la progettazione di attività e interventi che, partendo dagli obiettivi sui singoli studenti disabili, riescano a essere formativi e di valore per la classe intera. Il punto cardine di questa innovazione riguarda il ruolo dell’educatore AES e l’interazione con il gruppo classe, quindi non solo una figura dedicata in via esclusiva a un compagno, ma anche una professionalità educativa complementare al lavoro degli insegnanti. È dunque urgente e necessario che enti pubblici, enti gestori e scuole trovino strategie condivise per ottimizzare le Risorse Umane a disposizione, senza che la qualità del servizio erogato venga meno. In questo senso, diverse realtà sul territorio italiano si sono mosse per implementare nella propria organizzazione “l’educatore di plesso”. Questa figura educativa si occupa di fornire il supporto diretto al singolo minore in difficoltà e, al contempo, indirizza il suo intervento educativo verso il gruppo classe, dando un contributo integrato che ha lo scopo di realizzare un contesto inclusivo in ambito scolastico. Il suo ruolo rappresenta una garanzia del diritto allo studio per tutti, non solo per le persone con disabilità. Si tratta di reinterpretare la figura dell’Assistente Educativo Scolastico in una figura trasversale, che deve rapportarsi non solo con la scuola, ma anche con le famiglie e con altre realtà territoriali e sociali.  

Di fatto, più che essere una figura educativa, l’educatore di plesso incarna un modello organizzativo che prevede la presenza di un’équipe di educatori, stabile e continuativa all’interno del plesso scolastico, che opera al fine di: 

▶Garantire un maggior radicamento degli educatori nel sistema scolastico;

▶Minimizzare la frammentazione/parcellizzazione delle risorse educative su Istituti Comprensivi;

▶Favorire la continuità educativa e la strutturata collaborazione con il personale docente, di sostegno e curriculare;

▶Valorizzare le competenze e la professionalità della figura dell’educatore, in ottica di miglioramento della qualità del lavoro;

▶Realizzare interventi inclusivi efficaci, efficienti e di qualità.